Finalmente, dopo quasi sei mesi di "silenzio", scrivo un nuovo post!
In seguito a numerose richieste di amici e colleghi, ho pubblicato la mia ricetta per la pizza a lievitazione veloce. Dopo numerose prove (farine, lieviti, tempi, temperature, ecc.) sono arrivato ad una ricetta tutto sommato semplice e ben collaudata che riscuote un ottimo successo.
Nel frattempo sto iniziando a "lavorare" alla ricetta della pizza a lunga lievitazione (almeno 48 ore). Ci vorrà tempo, immagino...
Hasta luego!
Alessandro
I miei appunti sul web
Quello che faccio e quello che vorrei fare, le mie idee e le mie passioni, informazioni e curiosità
martedì 1 marzo 2011
sabato 11 settembre 2010
Una nuova enogita nell'alto Lazio
Avevo pensato di scrivere un post sulla pizza, ma con l'arrivo di settembre i tempi a disposizione si sono ristretti, e allora rinvio il post pizzaiolo e ne scrivo uno sull'ultima enogita, risalente allo scorso sabato.
La prima meta è stata il parco dei mostri di Bomarzo. In realtà, grazie alla smisurata fantasia e alla sconfinata creatività delle nostre gentili signore, il mio amico Alessandro e io abbiamo fatto la prima tappa in quel del casello di Attigliano, attendendo che le suddette, in compagnia di tutti e 4 i figli, completassero la non programmata escursione sul tratto di autostrada Attigliano-Orvieto e ritorno. Insomma, hanno "lisciato" l'uscita di Attigliano!
Va be', passiamo oltre... il parco dei mostri è senza dubbio meritevole di una visita. L'ingresso non è economicissimo (specialmente se avete bambini di più di quattro anni) ma le sculture sono uniche (almeno a quanto so io...) e avvincenti e catturano perciò l'attenzione sia dei piccoli che degli adulti.
L'itinerario completo, fatto in tranquillità, dura un paio d'ore, per cui, arrivando verso le 10-10,30 si finisce giusto per l'ora di pranzo. Noi c'eravamo organizzati col pranzo al sacco e ci siamo fermati nell'area picnic all'ingresso del parco. Dopo pranzo, un'oretta di altalene e scivoli (sempre all'interno del parco) e poi via, alla volta di Civitella di Agliano.
Anche qui le nostre gentili signore hanno potuto esibirsi in una performance di raro acume, proseguendo oltre la meta fino al successivo centro abitato di S.Michele in Teverina... ma d'altronde il Tomtom diceva così, che ci volete fare?
Tornati a Civitela, abbiamo finalmente puntato senza ulteriori indugi alla meta "enologica" della gita: l'azienda vinicola Sergio Mottura, o per meglio dire l'agriturismo Tana dell'Istrice, di proprietà dello stesso Mottura. Qui, usufruendo dell'astemismo di Annarita, che si è perciò gentilmente dedicata al baby-sitting, Alessandro, mia moglie e io abbiamo potuto goderci in tutta tranquillità un'ottima degustazione. Ci ha accolti il signor Mottura in persona, e lui stesso ci ha proposto l'assaggio di tutti i suoi vini. In particolare, abbiamo potuto degustare:
- lo spumante metodo classico
- il Tragugnano
- il Poggio della Costa (un grechetto 100% insignito dei tre bicchieri del Gambero Rosso 2010 e unico vino del Lazio ad essere citato tra i migliori d'Italia dalla guida dell'Espresso 2010)
- il Latour a Civitella (lo stesso grechetto con in più 9 mesi di affinamento in legno e 6 in bottiglia, a differenza dei due soli mesi in bottiglia del "Poggio")
- un rosato di cui non ricordo il nome... sorry!
- il Civitella Violone (uno stupendo montepulciano 2003 in purezza)
- il Nenfro (lo stesso montepulciano "contaminato" da un 40% di merlot)
- il Magone (un ottimo Pinot Nero in purezza)
- il Muffo (un grechetto "nobilitato" dalla Botrytis cinerea... veramente buono, personalmente l'ho preferito alla Muffa Nobile di Palazzone provata due enogite fa).
Probabilmente avrete già capito che la nostra scelta d'acquisto è andata su Latour a Civitella, Civitella Violone e Magone... ma se non avessi dovuto fare i conti col budget limitato avrei senz'altro preso anche il Poggio della Costa e il Muffo.
Ottima comunque l'accoglienza e la disponibilità di Sergio Mottura, un distinto signore di origini settentrionali che ha scelto di utilizzare esclusivamente metodi biologici per i suoi vigneti.
Ripartiti da Civitella, abbiamo fatto rotta verso Montefiascone, dove ci siamo concessi una rapida sosta alla cantina Falesco.
Vuoi per l'orario (mancavano solo una ventina di minuti alla chiusura), vuoi probabilmente per "politica aziendale", la degustazione è stata fatta un po'... a tirar via. Abbiamo degustato il Poggio dei Gelsi, il Pesano e il Tellus. Dei tre, l'unico che non conoscevamo è il Pesano, un merlot della linea "Umbria" dal buon rapporto qualità/prezzo, a mio avviso. Mia moglie, invece, ha un rapporto difficile col merlot e puntualmente ha bocciato anche questo. Ci siamo perciò "rifugiati" su prodotti noti, il Ferentano, un roscetto in purezza MOLTO particolare che a mia moglie e a me ricorda la cena con cui festeggiammo l'acquisto di casa, e il Tellus, un blend di merlot viterbese e syrah latinense affinato - solo il syrah - per due mesi in barriques. Devo ammettere che sarei molto curioso di assaggiare i due prodotti di punta di Falesco, i celeberrimi Montiano e Marciliano... chissà, prima o poi succederà. E chissà che direbbe mia moglie del Montiano... non apprezzerà neanche questo pluripremiato merlot? Forse dovrei organizzare un blind test, secondo me parte prevenuta.
In conclusione... un'altra gran bella giornata!
Until next time,
Alessandro
La prima meta è stata il parco dei mostri di Bomarzo. In realtà, grazie alla smisurata fantasia e alla sconfinata creatività delle nostre gentili signore, il mio amico Alessandro e io abbiamo fatto la prima tappa in quel del casello di Attigliano, attendendo che le suddette, in compagnia di tutti e 4 i figli, completassero la non programmata escursione sul tratto di autostrada Attigliano-Orvieto e ritorno. Insomma, hanno "lisciato" l'uscita di Attigliano!
Va be', passiamo oltre... il parco dei mostri è senza dubbio meritevole di una visita. L'ingresso non è economicissimo (specialmente se avete bambini di più di quattro anni) ma le sculture sono uniche (almeno a quanto so io...) e avvincenti e catturano perciò l'attenzione sia dei piccoli che degli adulti.
L'itinerario completo, fatto in tranquillità, dura un paio d'ore, per cui, arrivando verso le 10-10,30 si finisce giusto per l'ora di pranzo. Noi c'eravamo organizzati col pranzo al sacco e ci siamo fermati nell'area picnic all'ingresso del parco. Dopo pranzo, un'oretta di altalene e scivoli (sempre all'interno del parco) e poi via, alla volta di Civitella di Agliano.
Anche qui le nostre gentili signore hanno potuto esibirsi in una performance di raro acume, proseguendo oltre la meta fino al successivo centro abitato di S.Michele in Teverina... ma d'altronde il Tomtom diceva così, che ci volete fare?
Tornati a Civitela, abbiamo finalmente puntato senza ulteriori indugi alla meta "enologica" della gita: l'azienda vinicola Sergio Mottura, o per meglio dire l'agriturismo Tana dell'Istrice, di proprietà dello stesso Mottura. Qui, usufruendo dell'astemismo di Annarita, che si è perciò gentilmente dedicata al baby-sitting, Alessandro, mia moglie e io abbiamo potuto goderci in tutta tranquillità un'ottima degustazione. Ci ha accolti il signor Mottura in persona, e lui stesso ci ha proposto l'assaggio di tutti i suoi vini. In particolare, abbiamo potuto degustare:
- lo spumante metodo classico
- il Tragugnano
- il Poggio della Costa (un grechetto 100% insignito dei tre bicchieri del Gambero Rosso 2010 e unico vino del Lazio ad essere citato tra i migliori d'Italia dalla guida dell'Espresso 2010)
- il Latour a Civitella (lo stesso grechetto con in più 9 mesi di affinamento in legno e 6 in bottiglia, a differenza dei due soli mesi in bottiglia del "Poggio")
- un rosato di cui non ricordo il nome... sorry!
- il Civitella Violone (uno stupendo montepulciano 2003 in purezza)
- il Nenfro (lo stesso montepulciano "contaminato" da un 40% di merlot)
- il Magone (un ottimo Pinot Nero in purezza)
- il Muffo (un grechetto "nobilitato" dalla Botrytis cinerea... veramente buono, personalmente l'ho preferito alla Muffa Nobile di Palazzone provata due enogite fa).
Probabilmente avrete già capito che la nostra scelta d'acquisto è andata su Latour a Civitella, Civitella Violone e Magone... ma se non avessi dovuto fare i conti col budget limitato avrei senz'altro preso anche il Poggio della Costa e il Muffo.
Ottima comunque l'accoglienza e la disponibilità di Sergio Mottura, un distinto signore di origini settentrionali che ha scelto di utilizzare esclusivamente metodi biologici per i suoi vigneti.
Ripartiti da Civitella, abbiamo fatto rotta verso Montefiascone, dove ci siamo concessi una rapida sosta alla cantina Falesco.
Vuoi per l'orario (mancavano solo una ventina di minuti alla chiusura), vuoi probabilmente per "politica aziendale", la degustazione è stata fatta un po'... a tirar via. Abbiamo degustato il Poggio dei Gelsi, il Pesano e il Tellus. Dei tre, l'unico che non conoscevamo è il Pesano, un merlot della linea "Umbria" dal buon rapporto qualità/prezzo, a mio avviso. Mia moglie, invece, ha un rapporto difficile col merlot e puntualmente ha bocciato anche questo. Ci siamo perciò "rifugiati" su prodotti noti, il Ferentano, un roscetto in purezza MOLTO particolare che a mia moglie e a me ricorda la cena con cui festeggiammo l'acquisto di casa, e il Tellus, un blend di merlot viterbese e syrah latinense affinato - solo il syrah - per due mesi in barriques. Devo ammettere che sarei molto curioso di assaggiare i due prodotti di punta di Falesco, i celeberrimi Montiano e Marciliano... chissà, prima o poi succederà. E chissà che direbbe mia moglie del Montiano... non apprezzerà neanche questo pluripremiato merlot? Forse dovrei organizzare un blind test, secondo me parte prevenuta.
In conclusione... un'altra gran bella giornata!
Until next time,
Alessandro
domenica 29 agosto 2010
Più Conti che Selva: 7 anni di... "passione"
Che vorrà dire il titolo di questo nuovo post?
Rappresenta in estrema sintesi il resoconto dell'enogita (do per scontato che ormai il neologismo di mia ideazione sia noto) di ieri, che ha avuto come meta Paliano e Anagni... e attenzione che "Conti" con la maiuscola non è un refuso. Fra poco capirete perché.
Abbiamo trascorso la mattinata alla "famosa" Selva di Paliano, che dopo lo splendore degli anni '80 e '90 è rimasta chiusa per sette anni, fino alla riapertura dello scorso maggio. Solo quest'anno è stata "recuperata" e riaperta al pubblico nei fine settimana di primavera ed estate. Che dire... di certo ci aspettavamo di meglio. Lodevole il tentativo di "resuscitare" l'oasi naturalistica un tempo famosa per le numerosissime specie di uccelli che vi abitavano ma... in tutta sincerità lo spettacolo è abbastanza deprimente. Oltre a mosche e libellule gli unici animali che ricordo sono due cagnoni bianchi un po' malconci che ci hanno seguito tutta la mattinata... di uccelli neanche l'ombra! Avranno forse deciso di traslocare, visto che a circa 1km in linea d'aria (o forse meno) c'è un meraviglioso esemplare di discarica urbana che con la sua montagna di rifiuti domina il paesaggio? Il "beep" delle ruspe in retromarcia, perfettamente udibile da quasi tutto il parco, ci ha fatto compagnia dall'ingresso all'uscita... Diciamo che non è esattamente quello che ci si aspetta da un'oasi naturalistica, no?
Va be', direi di lasciar perdere la Selva e venire alle note positive della giornata.
Già dalla settimana scorsa, mentre ero alla ricerca di cantine interessanti da visitare, avevo "puntato" l'azienda Coletti Conti. Mi ero infatti accorto che uno dei suoi vini, il Romanico 2007, è stato insignito sia dei "Tre grappoli" della guida "Vini d'Italia 2010" del Gambero Rosso che dei "Cinque grappoli" della guida "Duemilavini 2010" dell'A.I.S. (per chi non conosce le due guide citate, faccio presente che le scale di valutazione non coincidono: sia i tre grappoli del Gambero che i cinque dell'AIS rappresentano il "punteggio" massimo ottenibile). Inoltre è anche segnalata nella guida "Le strade del vino" di Quattroruote, indubbiamente meno prestigiosa e autorevole delle altre due ma spesso (non sempre!) dispensatrice di ottime indicazioni. In particolare, quest'ultima segnalava l'Hernicus e l'Arcadia... ma non il Romanico... strano, no? Avevo perciò preso contatto col titolare della ditta, Antonello (Anton Maria all'anagrafe) Coletti Conti; era in ferie e ci eravamo perciò accordati per risentirci dopo il suo rientro.
Ricontattato a metà settimana, con una disponibilità e una gentilezza raramente riscontrate mi aveva dato appuntamento per poi accompagnarci lui stesso a conoscere i suoi vini. E così, verso le 15 di ieri pomeriggio, ci siamo incontrati lungo la strada e ci siamo recati all'azienda, che si trova a poca distanza dall'uscita di Anagni-Fiuggi della A1.
Visualizzazione ingrandita della mappa
Anonello Coletti Conti è una persona che sulle prime può sicuramente spiazzare... colto, gentile ed appassionato, si presenta dicendo che a tavola preferisce bere Coca-cola piuttosto che vino! La sua passione infatti è la viticoltura e non l'enologia, ma ciò non gli impedisce di essere lui stesso l'enologo dei suoi vini. E che enologo! Coletti Conti produce 4 vini: l'Arcadia, un incrocio Manzoni da 15° (mai assaggiato prima un bianco tanto potente), l'Hernicus, un Cesanese di Affile da 16° (di fatto un liquore!) e i prodotti di punta, il "famoso" Romanico, anche questo un Cesanese di Affile, e il Cosmato, un blend di Cabernet Sauvignon, Cabernet Franc, Merlot con una "spruzzata" di Petit Verdot, Syrah e Cesanese. Senza ombra di dubbio si tratta di quattro ottimi prodotti, e basta guardare la sezione "Dicono di noi" sul sito web di Coletti Conti per capire che sto scoprendo l'acqua calda... comunque, a rigor di cronaca, devo dire che abbiamo deciso di prendere soltanto l'Hernicus e il Cosmato, forse perché non abbiamo potuto assaggiare l'ormai terminata annata 2007 del Romanico. Non voglio dilungarmi troppo sui vini, perché ci tengo a scrivere che forse ancora migliore dei vini è stata l'accoglienza che abbiamo ricevuto. E' vero che eravamo solo in quattro, ma non mi era mai successo prima di ricevere un bicchiere diverso per ogni vino da degustare! E poi, soprattutto, le spiegazioni di Antonello e la disponibilità a rispondere con pazienza e interesse alle nostre curiosità hanno fatto la differenza! L'impressione che abbiamo avuto è che non stesse lì per assolvere ad un "dovere" o tantomeno per interessi commerciali (...anche perché, più di qualche acquisto - che non cambierà di certo le sorti della sua azienda - e un buon passaparola, non potremo garantirgli!), ma soltanto per passione. Ma chi glielo ha fatto fare, in fin dei conti, a dar retta di sabato pomeriggio a quattro sconosciuti? Non era meglio una bella pennichella? Eppure si vedeva che gli piaceva, che si divertiva a spiegarci quello che fa, a raccontarci aneddoti (come quello del miglior bianco della sua vita, un Riesling di 33 anni!!!) e situazioni particolari (come quella del Romanico 2006, rovinato da una grandinata e imbottigliato solo perché convinto dal giudizio positivo del suo importatore tedesco). Insomma, è stata veramente un'esperienza piacevole. Consiglio a chiunque sia appassionato di wine-tasting di andare a trovare Antonello Coletti Conti: ottimi vini e ottima compagnia!
Per la cronaca, la giornata è stata completata da una sosta all'outlet di Valmontone (da provare il gelato al negozio Lindt!) e al Lidl di Artena.
Ad maiora!
Alessandro
P.S. Dimenticavo di spiegare il titolo del post: Coletti Conti ha iniziato la commercializzazione dei suoi vini con la vendemmia 2003, lo stesso anno in cui ha chiuso la Selva di Paliano. In questi 7 anni la "passione" di Antonello ha meritatamente portato i suoi vini alla ribalta. Per Paliano, invece, si è trattato di una vera e propria... "passione" (intesa però nel senso di "agonia").
Mi è sempre piaciuto giocare con le parole ;-) !
P.P.S. Occhio all'Hernicus 2009! Non vi dico perché, ma quando uscirà, fra 13-14 mesi, varrà la pena provarlo!
Rappresenta in estrema sintesi il resoconto dell'enogita (do per scontato che ormai il neologismo di mia ideazione sia noto) di ieri, che ha avuto come meta Paliano e Anagni... e attenzione che "Conti" con la maiuscola non è un refuso. Fra poco capirete perché.
Abbiamo trascorso la mattinata alla "famosa" Selva di Paliano, che dopo lo splendore degli anni '80 e '90 è rimasta chiusa per sette anni, fino alla riapertura dello scorso maggio. Solo quest'anno è stata "recuperata" e riaperta al pubblico nei fine settimana di primavera ed estate. Che dire... di certo ci aspettavamo di meglio. Lodevole il tentativo di "resuscitare" l'oasi naturalistica un tempo famosa per le numerosissime specie di uccelli che vi abitavano ma... in tutta sincerità lo spettacolo è abbastanza deprimente. Oltre a mosche e libellule gli unici animali che ricordo sono due cagnoni bianchi un po' malconci che ci hanno seguito tutta la mattinata... di uccelli neanche l'ombra! Avranno forse deciso di traslocare, visto che a circa 1km in linea d'aria (o forse meno) c'è un meraviglioso esemplare di discarica urbana che con la sua montagna di rifiuti domina il paesaggio? Il "beep" delle ruspe in retromarcia, perfettamente udibile da quasi tutto il parco, ci ha fatto compagnia dall'ingresso all'uscita... Diciamo che non è esattamente quello che ci si aspetta da un'oasi naturalistica, no?
Va be', direi di lasciar perdere la Selva e venire alle note positive della giornata.
Già dalla settimana scorsa, mentre ero alla ricerca di cantine interessanti da visitare, avevo "puntato" l'azienda Coletti Conti. Mi ero infatti accorto che uno dei suoi vini, il Romanico 2007, è stato insignito sia dei "Tre grappoli" della guida "Vini d'Italia 2010" del Gambero Rosso che dei "Cinque grappoli" della guida "Duemilavini 2010" dell'A.I.S. (per chi non conosce le due guide citate, faccio presente che le scale di valutazione non coincidono: sia i tre grappoli del Gambero che i cinque dell'AIS rappresentano il "punteggio" massimo ottenibile). Inoltre è anche segnalata nella guida "Le strade del vino" di Quattroruote, indubbiamente meno prestigiosa e autorevole delle altre due ma spesso (non sempre!) dispensatrice di ottime indicazioni. In particolare, quest'ultima segnalava l'Hernicus e l'Arcadia... ma non il Romanico... strano, no? Avevo perciò preso contatto col titolare della ditta, Antonello (Anton Maria all'anagrafe) Coletti Conti; era in ferie e ci eravamo perciò accordati per risentirci dopo il suo rientro.
Ricontattato a metà settimana, con una disponibilità e una gentilezza raramente riscontrate mi aveva dato appuntamento per poi accompagnarci lui stesso a conoscere i suoi vini. E così, verso le 15 di ieri pomeriggio, ci siamo incontrati lungo la strada e ci siamo recati all'azienda, che si trova a poca distanza dall'uscita di Anagni-Fiuggi della A1.
Visualizzazione ingrandita della mappa
Anonello Coletti Conti è una persona che sulle prime può sicuramente spiazzare... colto, gentile ed appassionato, si presenta dicendo che a tavola preferisce bere Coca-cola piuttosto che vino! La sua passione infatti è la viticoltura e non l'enologia, ma ciò non gli impedisce di essere lui stesso l'enologo dei suoi vini. E che enologo! Coletti Conti produce 4 vini: l'Arcadia, un incrocio Manzoni da 15° (mai assaggiato prima un bianco tanto potente), l'Hernicus, un Cesanese di Affile da 16° (di fatto un liquore!) e i prodotti di punta, il "famoso" Romanico, anche questo un Cesanese di Affile, e il Cosmato, un blend di Cabernet Sauvignon, Cabernet Franc, Merlot con una "spruzzata" di Petit Verdot, Syrah e Cesanese. Senza ombra di dubbio si tratta di quattro ottimi prodotti, e basta guardare la sezione "Dicono di noi" sul sito web di Coletti Conti per capire che sto scoprendo l'acqua calda... comunque, a rigor di cronaca, devo dire che abbiamo deciso di prendere soltanto l'Hernicus e il Cosmato, forse perché non abbiamo potuto assaggiare l'ormai terminata annata 2007 del Romanico. Non voglio dilungarmi troppo sui vini, perché ci tengo a scrivere che forse ancora migliore dei vini è stata l'accoglienza che abbiamo ricevuto. E' vero che eravamo solo in quattro, ma non mi era mai successo prima di ricevere un bicchiere diverso per ogni vino da degustare! E poi, soprattutto, le spiegazioni di Antonello e la disponibilità a rispondere con pazienza e interesse alle nostre curiosità hanno fatto la differenza! L'impressione che abbiamo avuto è che non stesse lì per assolvere ad un "dovere" o tantomeno per interessi commerciali (...anche perché, più di qualche acquisto - che non cambierà di certo le sorti della sua azienda - e un buon passaparola, non potremo garantirgli!), ma soltanto per passione. Ma chi glielo ha fatto fare, in fin dei conti, a dar retta di sabato pomeriggio a quattro sconosciuti? Non era meglio una bella pennichella? Eppure si vedeva che gli piaceva, che si divertiva a spiegarci quello che fa, a raccontarci aneddoti (come quello del miglior bianco della sua vita, un Riesling di 33 anni!!!) e situazioni particolari (come quella del Romanico 2006, rovinato da una grandinata e imbottigliato solo perché convinto dal giudizio positivo del suo importatore tedesco). Insomma, è stata veramente un'esperienza piacevole. Consiglio a chiunque sia appassionato di wine-tasting di andare a trovare Antonello Coletti Conti: ottimi vini e ottima compagnia!
Per la cronaca, la giornata è stata completata da una sosta all'outlet di Valmontone (da provare il gelato al negozio Lindt!) e al Lidl di Artena.
Ad maiora!
Alessandro
P.S. Dimenticavo di spiegare il titolo del post: Coletti Conti ha iniziato la commercializzazione dei suoi vini con la vendemmia 2003, lo stesso anno in cui ha chiuso la Selva di Paliano. In questi 7 anni la "passione" di Antonello ha meritatamente portato i suoi vini alla ribalta. Per Paliano, invece, si è trattato di una vera e propria... "passione" (intesa però nel senso di "agonia").
Mi è sempre piaciuto giocare con le parole ;-) !
P.P.S. Occhio all'Hernicus 2009! Non vi dico perché, ma quando uscirà, fra 13-14 mesi, varrà la pena provarlo!
venerdì 20 agosto 2010
Enogita orvietana
L'altro ieri, dopo lunga e faticosa ideazione, siamo andati a fare una "enogita", vale a dire una gita che prevede la visita a una o più cantine, con degustazione dei vini ed eventuale acquisto. Abbiamo trascorso la mattinata ad Orvieto, visitando la bellissima cattedrale e il centro (via del duomo, corso Cavour, piazza della repubblica, piazza del popolo) dell'affascinante cittadina umbra.
![]() |
Mappa di Orvieto |
Dopo pranzo, siamo andati a visitare la cantina Palazzone, dove abbiamo potuto degustare nell'ordine: Grechetto, Terre vineate, Campo del guardiano, L'ultima spiaggia, Rubbio, Piviere e Muffa Nobile. Come spesso (ma non sempre!) accade, i prodotti più costosi sono i migliori, e infatti tra i bianchi io ho preferito il Campo del guardiano, un Orvieto classico superiore, e tra i rossi il Piviere, un Sangiovese in purezza. Abbiamo deciso di prendere soltanto il Piviere (10,50 €), sul quale concordavamo, mentre tra i bianchi mia moglie preferiva L'ultima spiaggia, che a me non convinceva (ottimo all'olfatto ma non altrettanto al gusto). Peccato non aver potuto assaggiare l'Armaleo, il prodotto di punta di Palazzone. Ma d'altronde è spesso così, le bottiglie di un certo costo non le aprono.
Siamo poi andati alla tenuta Le Velette, dove, purtroppo un po' in fretta, abbiamo degustato il Traluce, un interessante Sauvignon blanc, e i rossi Rosso di spicca, Accordo, Gaudio e Calanco. Eravamo concordi sul fatto che il migliore fosse il merlot Gaudio, ma abbiamo deciso di non prenderlo perché a nostro parere per 11 euro si trovano vini più interessanti (a partire dal Piviere che avevamo comprato un'ora prima).
Alla prossima!
Alessandro
P.S. Mi fanno impazzire (e a volte sorridere) le descrizioni dei vini che fanno i sommelier. Quella del Piviere dice che "...si presenta alla vista rubino con riflessi porpora; al naso si apre su note di frutta rossa, è intenso, fragrante; in bocca è concentrato, lungo, raffinato e la componente tannica si amalgama perfettamente al rovere in un'espressione di finezza ed eleganza."
Voglio fare il corso di sommelier e imparare anch'io!!! ;-)
Il primo post sul blog!
Ciao,
ecco il primo post sul mio nuovo blog.
In questo "poco affaccendato" agosto 2010, ho pensato di utilizzare questo spazio per condividere sul web... ecco, già è difficile spiegare COSA esattamente voglio condividere. Diciamo un po' di tutto, senza limitarmi a un unico argomento. Non sarà un blog monotematico. Come dice il "sottotitolo" del blog voglio scrivere "quello che faccio e quello che vorrei fare, le mie idee e le mie passioni, informazioni e curiosità" e poi... vedremo andando avanti.
Ho già diverse idee per i prossimi post e tante altre me ne verranno. In questo momento sullo sfondo del blog c'è un bicchiere di vino perché il prossimo post sarà proprio in tema enologico. Poi probabilmente adatterò il look del blog ai temi trattati... o forse no.
Perciò... arrivederci a presto!
Alessandro
ecco il primo post sul mio nuovo blog.
In questo "poco affaccendato" agosto 2010, ho pensato di utilizzare questo spazio per condividere sul web... ecco, già è difficile spiegare COSA esattamente voglio condividere. Diciamo un po' di tutto, senza limitarmi a un unico argomento. Non sarà un blog monotematico. Come dice il "sottotitolo" del blog voglio scrivere "quello che faccio e quello che vorrei fare, le mie idee e le mie passioni, informazioni e curiosità" e poi... vedremo andando avanti.
Ho già diverse idee per i prossimi post e tante altre me ne verranno. In questo momento sullo sfondo del blog c'è un bicchiere di vino perché il prossimo post sarà proprio in tema enologico. Poi probabilmente adatterò il look del blog ai temi trattati... o forse no.
Perciò... arrivederci a presto!
Alessandro
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